Sono anni che si sente parlare di brevetto unitario, eppure tutto continua a slittare e questo strumento non entra in vigore, ora sembra proprio che ci siamo quasi. È allora ora di iniziare a darci uno sguardo ed inserirlo nelle nostre strategie aziendali.
Innanzi tutto, vediamo cos’è il brevetto unitario. Si tratta di un titolo unico che esplica i suoi effetti, ossia fornisce esclusiva al titolare, in un territorio costituito da tutti i paesi dell’unione europea aderenti ad uno speciale accordo internazionale. Al momento hanno ratificato questo accordo 17 paesi, ossia la maggioranza dell’Unione Europea, dei quali al momento 17 hanno ratificato l’accordo:
Il brevetto unitario viene ottenuto a seguito di esame condotto dall’Ufficio Brevetti Europeo, pertanto la procedura d’esame ed i criteri di valutazione saranno quelli già noti, semplicemente, per un periodo transitorio di 7 anni, al termine della procedura d’esame sarà possibile decidere se ottenere un brevetto unitario o uno europeo. Passato il periodo transitorio, l’EPO concederà, per questi stati, solamente brevetti unitari.
La validità del brevetto unitario è di competenza unica della UPC (Unitary Patent Court) avente sede principale a Parigi e sede secondaria a Monaco di Baviera. L’Italia sta combattendo una grande guerra per ottenere una sede a Milano, ma al momento tale sede non è stata assegnata.
Come si diceva all’inizio, il brevetto unitario sembra stia per arrivare. Con la ratifica dell’Austria del protocollo sui lavori preparatori, si è finalmente messa in moto la macchina che dovrebbe portare, col deposito dello strumento di ratifica della Germania, al brevetto Unitario. Lo stesso Ufficio Brevetti Europeo, sull’Official Journal di gennaio 2022 ha annunciato che, dal momento in cui la Germania depositerà lo strumento di ratifica, chiunque abbia ricevuto una comunicazione ai sensi della Rule 71(3), ossia una comunicazione di intenzione a concedere il brevetto Europeo, potrà richiedere di ritardare la comunicazione di concessione del brevetto Europeo, così da poter ottenere la concessione del brevetto Unitario se d’interesse.
Dato che il parlamento tedesco ha già ratificato l’accordo sul brevetto unitario, e resta solamente che la legge di ratifica sia firmata dal presidente tedesco e depositata, voci di corridoio indicano la fine del 2022 come data di entrata in vigore del brevetto unitario.
Vista la scadenza imminente, con alcuni clienti mi sono trovato a fare valutazioni strategiche che hanno portato alla scelta di allungare la procedura d’esame e ritardare il più possibile la concessione in attesa di vedere se vi sarà la possibilità di ottenere il brevetto unitario.
Visto l’interesse, ritengo possa essere utile raccogliere un po’ di idee che l’imprenditore dovrebbe ben valutare per fare le sue scelte.
Innanzi tutto, avere un brevetto unitario vuol dire risparmiare costi di convalida del brevetto europeo in diversi paesi, ma tale risparmio sarà reale solamente se vi è un interesse in un certo numero di paesi, altrimenti i costi di mantenimento del brevetto unitario rischiano in poco tempo di superare i benefici della scelta.
Avere un titolo unico, permette anche di ottenere, con un’unica azione, il risarcimento del danno ed un ordine di inibitoria, per tutti i paesi in cui il titolo ha valore. Questo vuol dire un’azione mirata ed efficace, senza rischi di decisioni che potrebbero differire da paese a paese, come abbiamo già visto succedere molte volte; si ricordi ad esempio il caso Epilady che ha fatto scuola.
Avere un titolo unico, tuttavia, vuol dire anche prestarsi ad un attacco centralizzato, vuol dire giocarsi tutte le proprie cartucce in un unico giudizio che valuterà la validità del titolo. Ed è proprio per questo che, parlando con IP manager di grandi aziende, l’orientamento di queste ultime sembrerebbe quello di una strategia mista, in cui le invenzioni più importanti verranno convalidate in tutti i paesi, mentre quelle meno importanti verranno protette col brevetto unitario per risparmiare un po’ di costi.
Ancora non abbiamo idea precisa di quali saranno i costi di concessione del brevetto unitario, quali quelli di mantenimento, ma una cosa è certa, il brevetto unitario si sta avvicinando e per alcuni soggetti, come piccoli imprenditori o singoli inventori che hanno un brevetto europeo, potrebbe valer la pena di ritardare l’esame del brevetto Europeo per stare alla finestra, in attesa di ottenere un brevetto unitario da cedere o concedere in licenza a qualche multinazionale potenzialmente interessata. Ed ecco allora che il brevetto unitario, ancora non in vigore, ancora non completamente definito, già impatta alcune scelte strategiche sull’esame delle domande di brevetto Europeo pendenti.
Non aspettate troppo ed iniziate a pensare al futuro.
© THINX Srl – Marzo 2022