Autore: D.ssa Giovanna Del Bene
L’amministrazione Trump ha introdotto una serie di dazi su beni importati, con l’obiettivo di proteggere l’industria americana e ridurre il deficit commerciale. Tuttavia, queste misure hanno avuto ripercussioni significative per le aziende.
Secondo i dati forniti dal centro studi di Confindustria i settori in cui i dazi avranno un impatto maggiore sono quelli delle bevande, automotive, agroalimentare, farmaceutico, moda e mobili.
In questo articolo, faremo una sintetica panoramica delle conseguenze dei dazi sul settore dei marchi di lusso e del design, il rischio di “Italian sounding”, e i brevetti nel settore farmaceutico. Infine, discuteremo possibili soluzioni e strategie per affrontare queste sfide.
- Dazi e Made in Italy
I marchi di lusso italiani, noti per la loro qualità e artigianalità, hanno subito un impatto diretto dai dazi imposti. L’aumento dei costi di importazione ha reso i prodotti più costosi per i consumatori americani, portando a una diminuzione delle vendite. Inoltre, i marchi di lusso devono affrontare una maggiore concorrenza da parte di imitazioni e prodotti di bassa qualità, che possono sfruttare la reputazione dei marchi italiani senza rispettare gli standard di qualità. La protezione dei marchi diventa quindi cruciale per mantenere l’integrità del brand e prevenire la diluizione del marchio.
Per quanto riguarda poi il settore agroalimentare e vitivinicolo si teme un aggravamento dell’Italian Sounding. L’Italian Sounding è un fenomeno che riguarda l’uso di nomi, immagini e simboli che richiamano l’Italia, ma che non sono realmente prodotti italiani. Questo fenomeno è particolarmente diffuso in USA con riferimento al settore agroalimentare e vitivinicolo, dove molti prodotti vengono commercializzati con etichette che evocano l’italianità, pur non essendo realizzati secondo le tradizioni o le normative italiane. I prodotti più colpiti sono i formaggi, salumi, vini e pasta, olio d’oliva, conserve di pomodoro che portano nomi simili a quelli italiani o che utilizzano colori e design tipici del nostro paese, ma che in realtà provengono da altre nazioni. Con l’aumento dei dazi, i produttori americani potrebbero essere incentivati a utilizzare pratiche di marketing ingannevoli per attrarre i consumatori, presentando prodotti come italiani anche quando non lo sono. Questo fenomeno potrebbe aggravarsi dal primo dicembre (data dalla quale sarà possibile presentare in Italia una domanda di registrazione di un’Indicazione Geografica Protetta (IGP) anche per i prodotti artigianali ed industriali in base al Regolamento UE 2023/2411, allargandosi anche ai prodotti artigianali ed industriali tipici come i vetri di Murano, il marmo di Carrara, la porcellana di Capodimonte, e così via.
È fondamentale, dunque, che le aziende italiane investano nella registrazione dei marchi e nella protezione delle indicazioni geografiche per difendere la loro autenticità.
Il design di lusso è un altro settore vulnerabile ai dazi. Le aziende che producono beni di lusso devono affrontare costi più elevati per l’importazione di materiali e componenti, il che può influire sulla loro competitività.
Le aziende farmaceutiche potrebbero trovarsi a dover affrontare un ambiente di mercato più difficile, con la possibilità di una maggiore concorrenza da parte di generici e prodotti alternativi. La protezione dei brevetti diventa quindi essenziale per garantire il ritorno sugli investimenti in ricerca e sviluppo.
- Possibili Soluzioni e Strategie
Per affrontare le sfide poste dai dazi, le aziende possono considerare diverse strategie.
1.-Innanzitutto, valutare di investire in Paesi alternativi e diversificare i mercati. Espandere la propria presenza in mercati emergenti può aiutare a compensare le perdite nei mercati tradizionali e offrire nuove opportunità. Alcuni paesi che potrebbero essere considerati includono: la Turchia (che ha una posizione strategica tra Europa e Asia); Paesi del Golfo ed in particolare Marocco, Emirati Arabi e Arabia Saudita, India (con un mercato in crescita); i Paesi asiatici come Cina, Vietnam e Giappone; Brasile (il mercato latino-americano è vasto e in espansione).
2.- In quest’ottica, è estremamente importante per le aziende rafforzare la loro protezione di marchi, brevetti e design in più giurisdizioni, specialmente nei mercati chiave.
Parallelamente è utile investire in campagne di marketing che enfatizzino l’autenticità e la qualità dei prodotti, per contrastare l’impatto dei dazi e mantenere la fedeltà dei consumatori.
Le aziende farmaceutiche dovrebbero investire in ricerca e sviluppo per mantenere un portafoglio robusto. Inoltre, è importante monitorare le scadenze dei brevetti e pianificare strategie di estensione o di protezione in mercati emergenti.
3.- Collaborazioni e alleanze: Stabilire alleanze strategiche con altre aziende o associazioni di categoria locali o internazionali, può aiutare a condividere risorse e conoscenze, affrontando insieme le sfide poste dai dazi.
4.- Ripensare la modalità di vendita all’estero, rafforzando l’e-commerce e l’adozione di risorse digitali come il Social Selling (la presenza sui social media e la comunicazione virtuale permette uno scambio diretto e rapido con i buyers esteri, con riduzione dei costi di esportazione).
- Conclusioni
In questo momento di incertezza e di guerra commerciale, è difficile valutare gli scenari futuri e pensare a commesse ed investimenti nei mercati esteri.
Tuttavia, il nostro consiglio alle aziende è di preparare sin da subito un piano alternativo e di tener conto in questo contesto dell’importanza strategica che possono avere i diritti di proprietà industriale, non solo come strumento difensivo ma anche reattivo. A tal riguardo, sono diverse le misure nazionali ed europee finalizzate alla concessione delle agevolazioni per la valorizzazione dei titoli di proprietà industriale e per favorire l’e-commerce e la digitalizzazione delle PMI.
© THINX Srl – Aprile 2025